venerdì 23 agosto 2013

FELIPE ANDERSON, El Pipe - Chi è il giovane talento Brasiliano della Lazio?

Felipe Anderson Pereira Gomes, nato a Brasilia il 15 Aprile del ’93, soprannominato El Pipe, diminuitivo di Felipe o letteralmente Il Tubo per via del fisico longilineo, è il prototipo del calciatore moderno, rappresentando alla perfezione un centrocampista universale, in grado di giocare in tutti i ruoli: centrocampista centrale, esterno destro e sinistro, mezzapunta.
In grado di calciare indistintamente con entrambi i piedi, è dotato di un ottimo dribbling preciso e rapido e di una buona visione di gioco che gli permette di realizzare molti assist.
Nell'economia di squadra è impressionante, grazie alla grande facilità di corsa, per la capacità di lavorare tatticamente in modo costante nell'arco di tutti i novanta minuti, alternando giocate di grande spettacolarità a momenti di grande semplicità, sempre riuscendo a catalizzare la manovra della squadra grazie all'innata qualità di seguire costantemente l’azione dopo la giocata.



Estroverso, mai presuntuoso, religioso e con la testa sulle spalle, amante dei videogiochi e con alle spalle un’infanzia fatta di povertà e sacrifici. Sa da dove viene e dove vuole arrivare il nuovo talento di casa Lazio, le sfide non lo spaventano. Anzi: “Esordire a 17 anni nel Santos non è stato facile. Indossare la maglia numero 10, quella di Pelè, è una responsabilità e la pressione era tanta. Devo ringraziare la mia famiglia per essermi sempre stata accanto”.
 I primi calci al pallone li tira in strada e subito impressiona. Il giovane Felipe cresce indossando le maglie di squadre minori e a 14 anni comincia a mostrare doti fuori dal comune tra le fila del Club Recrativo Gaminha. Prestazioni che attirano le attenzioni del Coritiba prima e del Santos poi che nel 2007 lo acquista e lo inserisce nelle proprie giovanili. L'esordio in prima squadra arriva tre anni dopo, il 6 ottobre 2010 in un match che il Peixe vince 3-0 contro la Fluminense, mentre per la prima rete bisogna aspettare altri 11 mesi: Felipe segna contro l’Avaì (e che gol) e comincia la sua ascesa. Nel 2011 colleziona 19 presenze, dimostra di avere qualità, di sapersi adattare in più zone del campo, tanto che il Peixe decide di affidargli la maglia che fu di Pelè. La leggenda sulle spalle, la leggenda che lo tiene d’occhio e di lui dice: “Ha talento e grandi margini di miglioramento, tutti gli ingredienti necessari per diventare una stella”. Nel 2012 esplode, il Santos si accorge di avere in casa una gioiello, un giocatore in grado di sostituire Ganso e affiancare Neymar di cui è grande amico. 39 presenze tra campionato e Libertadores e sei gol sono il bottino della miglior stagione di Anderson. Nel 2013 il calo, coinciso con il mancato approdo alla Lazio a gennaio, un sogno spezzato che ha incrinato il rapporto tra l'ambiente santista e il giocatore. Solo cinque presenze, tanta panchina e i titoli di coda a una storia bella e intensa.

 

Il 9 luglio scorso finalmente,dopo una lunghissima trattativa, il duo Tare-Lotito è riuscito a portare a Roma in prospettiva uno dei migliori della nazionale Verdeoro per 9 milioni.
Talento indiscutibile. Eppure intorno al nuovo acquisto della Lazio lo scetticismo è tangibile. Gioca poco, Si dice. Faceva panchina nel Santos, Si ribadisce. Ma Felipe Anderson sbarca a Roma a 20 anni con un curriculum da far invidia a molti. 110 presenze nel Santos (insieme al San Paolo il club più titolato del Brasile), una Copa Libertadores vinta nel 2011 e una Recopa conquistata l'anno successivo, più due titoli Paulisti. Non proprio bazzecole.
Attualmente è fermo per un infortunio ma il dottor Roberto Bianchini oggi stesso ha fatto il punto della situazione sul giocatore brasiliano: “Per Anderson c’è un protocollo ben preciso che stiamo seguendo e che sta dando i risultati sperati”. Insomma, è sempre più vicino il momento in cui vedremo il neo acquisto biancoceleste calcare i campi della Serie A.
A mio avviso e non solo come detto in precedenza è un vero talento e sarà importantissimo in questa Lazio, dove lo vedrei bene come mezzala offensiva, è uno che con facilità dribbla uno o due avversari e con i suoi assist può essere decisivo nella fase offensiva, è molto rapido ed è in grado di calciare sia di destro sia di sinistro, ed in questo ruolo può trovare facilmente la via del gol.
Dei giocatori che Petkovic ha attualmente in rosa nessuno ha le sue caratteristiche. Spero che il Mister lo faccia giocare insieme a Hernanes (possono coesistere benissimo) per una Lazio sempre più a ritmo di samba.




Dal 26/05/2013 PADRONI DI ROMA!!!
Articolo Scritto e Curato da Alexio

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